Batteria con le mani
Con la nostra pelle e due metalli diversi, è possibile costruire una batteria
Le mani appoggiate a due piastre di metallo diventano una batteria.


- Una piastra di alluminio (o un foglio di carta stagnola) e una piastra di rame, grandi quanto il palmo della vostra mano
- Superficie piana in legno o comunque non metallica
- Due cavi con clip a coccodrillo a entrambe le estremità
- Multimetro (digitale o analogico, online si trovano a prezzi contenuti)
- Facoltativo: altre piastre di metallo

1. Collocate entrambe le piastre di metallo su una superficie di legno o comunque non metallica.
2. Collegate le piastre ai connettori del multimetro utilizzando le clip a coccodrillo. Per adesso non importa quale piastra sia collegata a quale connettore.
3. Impostate il multimetro sulla misurazione della corrente in milliampere.
Appoggiate una mano su ciascuna piastra. Il multimetro dovrebbe indicare un valore. Se la corrente è negativa, invertite il collegamento spostando la clip del rame sul connettore al quale è collegato l’alluminio e vice versa. Se il multimetro non rileva corrente, controllate che i cavi siano ben collegati. Se continuate a non rilevare corrente, provate a pulire le piastre con la lana di vetro per eliminare l’ossidazione.
Provate a premere sulle piastre con maggiore forza. Provate a inumidirvi le mani e riprovate.
Spostate il multimetro sulla misurazione del voltaggio e ripetete tutte le prove.
Provate poi con le mani di due persone diverse, una sull’alluminio e una sul rame, e poi chiedete loro di darsi la mano usando la loro mano libera.
Nella maggior parte dei casi, le batterie utilizzano due materiali diversi per creare una differenza di carica, quindi voltaggio. Se i poli della batteria sono collegati a un filo elettrico, il voltaggio genera corrente.
In questo esperimento, il sottile strato di sudore presente sulle mani si comporta come un elettrolita e reagisce con il rame e con l’alluminio delle piastre. Toccando il rame produciamo una reazione che utilizza gli elettroni. Toccando l’alluminio produciamo una reazione che rilascia elettroni.
Questa differenza di carica tra le due piastre genera un flusso di carica elettrica: la corrente elettrica. Dal momento che gli elettroni possono muoversi liberamente nei metalli, gli elettroni in eccesso sulla piastra in alluminio attraversano il multimetro per raggiungere la piastra di rame. Gli elettroni con carica negativa attraversano anche il nostro corpo passando dalla mano a contatto con il rame a quella che tocca l’alluminio. Fino a che avvengono queste reazioni, le cariche continuano a fluire e il multimetro rileva una piccola corrente.
Il corpo umano resiste al flusso di corrente e la sua resistenza è dovuta principalmente alla pelle. Inumidendo le mani, la resistenza si riduce e il multimetro rileva una corrente maggiore. Quando le due persone si danno la mano, la loro resistenza aumenta e il flusso di corrente diminuisce. Potete usare il multimetro anche per misurare direttamente la resistenza.
Potete realizzare un circuito per generare corrente anche usando coppie di metalli diversi. L’efficacia dipende dal potenziale di elettrodo dei metalli scelti, ovvero dalla loro capacità di acquisire o cedere cariche. Provate a usare metalli diversi per vedere quale produce più corrente. La serie elettrochimica è una tabella che mostra il potenziale di elettrodo dei vari metalli e consente di fare previsioni su quali metalli possono funzionare meglio in una batteria con le mani.
In alcuni casi è possibile ottenere una minima corrente anche con piastre dello stesso metallo. Ogni piastra ha un rivestimento di ossidi, sali e oli leggermente diversi che determinano delle lievi differenze sulle loro superfici in grado di produrre corrente elettrica.
Il fastidio che si prova quando la forchetta tocca un’otturazione metallica, il processo per rivestire i metalli, gli anodi sacrificali utilizzati per proteggere gli scafi e i ponti di ferro, gli orologi alimentati dalle patate e le unioni dielettriche per preservare le tubature in rame e in ferro sono tutti esempi di trasferimento di cariche tra metalli che vediamo ogni giorno.